20090814

Il Merda

Il distributore del Merda è fuori Santa Cruz, nel luogo più deserto dei dintorni. C'è una strada lunga, infinita, dritta come quelle che si vedono nei film on the road americani. E' uno dei distributori più brutti e malconci che si siano mai visti, pare cadere a pezzi da un momento all'altro. Il Merda ci vive nel suo distributore, ha trasformato il piccolo bar sul piazzale nella sua tana. Tana, è proprio il termine giusto vista la sporcizia. Una branda con degli stracci a far le veci delle lenzuola, un tavolaccio di legno con quattro sedie pericolanti, fornellini da campo come cucina, vestiti da lavoro sparsi qua e là, un calendario di quelli come non se ne vedono più nemmeno nelle peggiori officine. E' del 1974 ma tant'è, al Merda interessa farlo buono quando c'è da masturbarsi, quelle tettone mica invecchiano, al massimo sgualciscono.

Il Merda è cattivo, è bastardo, è pericoloso. Si dice che abbia ucciso molti uomini. Lo guardi e non puoi fare a meno di pensarlo: tra i 50 e i 60, segaligno, tutto nervi, la pelle resa scura dal sole e dall'igiene carente, la barba bianca incolta ed i pochi denti gialli che fanno risaltare ancora di più la schiumetta bavosa agli angoli della bocca, i capelli bianchi, pochi ed arruffati ormai un tutt'uno con il lurido cappellino blu. Non puoi fare proprio a meno di pensare che quest'uomo è stato un assassino. Il Merda è un assassino. Dei peggiori, perchè ammazza per noia, senza un motivo. O almeno, un motivo c'è: è la cattiveria, il sottile, impagabile piacere di essere cattivo. Forse proprio per questo al suo distributore non si ferma quasi nessuno. Vive con i pieni che fa ai camion di una ditta che trasporta maiali al macello. Vedi questi bestioni col rimorchio, con il loro alone di puzza pestilenziale che si infilano tra la polvere del distributore, zeppi di porci urlanti che sembra quasi conoscano la meta del loro viaggio, il loro ultimo viaggio. Il Merda gli infila la pistola grande nel serbatoio e lascia andare, incassa i contanti dall'autista di turno e si ributta sulla sua sdraio davanti alla porta della casa/bar. Quattro/cinque pieni al giorno il suo lavoro, quattro/cinque avanzi di galera le facce che deve vedere al giorno, sigarette, alcool, cibo in scatola, una sega e a dormire. Bella vita.

Il divertimento arriva una volta all'anno, quando va bene due, ed oggi è una di quelle volte. Il sole d'agosto picchia duro, poi alle due del pomeriggio non parliamone. Il Merda è mezzo addormentato sulla sdraio quando al posto del solito camion fetente fa capolino una sobria utilitaria. Turisti, altrimenti non si azzarderebbero neppure ad avvicinarsi. Il Merda si alza, trasportato da un leggero ghigno che gli distorce la bocca in maniera quasi impercettibile. L'auto si ferma davanti alla pompa, si apre la portiera e scende lei, accaldata, affannata quasi. E' una bella donna sulla quarantina, alta, capelli mossi e lunghi, castani, raccolti in una coda, sicuramente per il caldo. Indossa una maglietta senza maniche celeste leggermente aperta a far intravedere l'incavo del seno ed un paio di calzoncini di tela bianchi appena sopra al ginocchio. Chiede dov'è il bagno. Il Merda con un gesto ed un grugnito le indica una porta sul fianco della sua baracca. Lei scatta verso il cesso ed il marito rimane solo con il Merda, che inizia ad annusare l'aria come un animale, il suo cervello ora è sorprendentemente sveglio. L'uomo alla guida, aria imbranata, polo bianca, lo guarda impaurito. “Il pieno, per favore”. Grugnito del Merda che infila la pistola, inizia ad erogare, la blocca nel bocchettone e si allontana. Cammina calmo verso il bagno, estrae dalla tasca un mazzo di chiavi, ne sceglie una e la infila nella porta del cesso, chiudendo dentro la donna. Poi torna all'auto. Il serbatoio è ormai pieno, toglie la pistola e passa davanti al finestrino abbassato dell'uomo. “Quanto le devo?”. La testa rincula indietro ed un fiotto di sangue comincia ad uscire copioso dal naso che ha assunto una forma irregolare. Sgomento e senso di spiazzamento sono le reazioni al cazzotto del Merda che non perde tempo, apre la portiera, lo afferra per i capelli e lo trascina sull'asfalto intorno alla macchina fino a sbatterlo contro la pompa della benzina. Due calci sui reni tanto per gradire poi prende la pistola del gasolio, tappa le narici del malcapitato e gliela infila in gola. Punta un piede sul petto dell'uomo per tenerlo a terra ed eroga. Convulsioni, soffocamento ed altre cose sicuramente spiacevoli fino a quando quello a terra è solo un fantoccio gonfio di diesel. Intanto la donna sta picchiando sulla porta del bagno, vuole uscire e capire che sta succedendo ma il Merda avanza e decide che sarà lui ad entrare nella toilette. Sicuramente non per spiegarle l'accaduto. Gira la chiave nella toppa e dà una scarpata alla porta che si apre violentemente scagliando a terra la prigioniera. Due calci nei reni anche a lei, per non fare discriminazioni. Poi la alza di peso, le stringe forte la testa con la mano destra e sbam! contro il bordo del lavandino. La donna si accascia sulla ceramica rossa e lercia in una posizione inequivocabile. Al Merda basta strapparle i calzoncini per fare i suoi porci comodi.

La donna apre gli occhi, il sangue raggrumato le ricopre la faccia, il mal di testa è fortissimo, indossa solo la maglietta. E' in una grossa buca in mezzo all'enorme campo di mais sul retro del distributore ed è legata a quello che era suo marito, ora innaturalmente grasso, colmo di gasolio da scoppiare. Su, in alto, il Merda. Il carburante nel corpo dell'uomo già basterebbe per un buon falò. Ma il Merda è uno pignolo e una secchiata di gasolio decide che ci sta bene. Rumore di ruote, urla di maiali, c'è da lavorare. “Merda!” sussurra. E butta il cerino acceso.

20090813

Un benzinaio a Santa Cruz

Non tutto è vero e spesso c'è del vero.
Non sempre Santa Cruz è al suo posto.
Qualcosa è bello, altro, forse molto, è noioso e brutto.
Una preghiera: scordate il brutto e tenete a mente il bello, se c'è.
Siate clementi e ricordatevi di fare benzina.
Così, giusto per iniziare.